Domenica 22 luglio, reflex alla mano, e per forza perchè per far le foto serve la reflex, siamo andati al Lago di Corlo che si trova nel paese di Arsiè, vicino a Feltre, e infatti alcuni lo chiamano anche Lago di Arsiè, questo lago.
Come una moltitudine di laghi e laghetti della zona Trevigiano-Bellunese, anche questo è artificiale e trae origine dalla creazione di una diga più a valle di dove eravamo noi, e per farla, sta diga, come spesso avviene, hanno sommerso il paese che stava sotto, ma erano gli anni 50, la guerra era da poco finita, l’Italia era in piena crescita economica e demografica, c’era fiducia nel futuro e serviva l’energia elettrica, e non si badava molto ai paeselli che potevano scomparire.
Ad ogni modo, Corlo o Arsiè che dir si voglia, arriviamo e scattiamo numerose foto, inquadrando per di qua e per di là, giocando coi riflessi del lago, anche se la luce non era delle migliori, essendo il cielo grigio e plumbeo, coperto da un denso trato di nubi.
Giocherello con la macchina fotografica, provo anche qualche bracketing per poi fare un HDR e mi sento soddisfatto.
Poi, però, arrivo a casa, e ceno, e dormo, e la sera seguente mi riguardo le foto sul mio Aperture di Apple, il software che uso per postprodurre, un giorno ve ne parlerò, e guardo le foto e mica mi piacciono tanto: hanno tutte una strana dominante verde che, vabbè che eravamo in mezzo alle montagne e il verde degli alberi la faceva da padrone, tanto che anche l’acqua anche era verde, ma nelle mie foto i verdi sono praticamente fosforescenti..
E poi boh..ho scattato in priorità di apertura come sono solito fare e in molte foto i colori mi sembrano come spappolati, manca di nitidezza, non lo so, eppure l’obiettivo che ho comprato mi pareva buono.
Qui sotto un immagine dove spippolo con la macchina fotografica cercando di tirarne fuori il meglio, e invece probabilmente creo un disastro.
O forse stavo solo riguardando le foto fatte in attesa del toast.
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